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19 February 2020
Dimenticata la parte visiva, quella musicale si appoggia sulle solide spalle di Nicola Luisotti, che alla testa della magnifica orchestra scaligera e dell’altrettanto splendido coro istruito da Bruno Casoni regala una concertazione di bel respiro melodico, intensa e avvolgente.
Read the original review23 October 2019
Alla meravigliosa realizzazione dello spettacolo si affianca un’esecuzione musicale fra le migliori oggi possibili, con un complesso di strumenti originali dell’Orchestra scaligera guidato da Giovanni Antonini con rigore e stile.
Read the original review28 September 2019
La stessa direzione di Michele Gamba, giovane e promettente bacchetta, sceglie tempi svelti e sonorità talvolta troppo accentuate, forse non sempre tenendo conto delle esigenze del palcoscenico e di una compagnia di canto comunque interessante.
Read the original review11 June 2019
Al Teatro alla Scala va in scena Die tote Stadt (La città morta) di Erich Wolfgang Korngold ed è un trionfo, di pubblico e di critica. Si è parlato come del miglior spettacolo della stagione in corso e, visti i risultati, c’è da crederci.
Read the original review1 June 2019
Oggi, per il ritorno alla Scala di Idomeneo, Diego Fasolis, che è pure lui un barocchista ma anche un raffinato interprete mozartiano, trova una via intermedia: asciuga il suono, lo rende scorrevole e attento alle sfumature orchestrali più ricercate, all’occorrenza anche eleganti, ma soprattutto le rende incisive e teatralmente lucide.
Read the original review20 April 2019
Ed è proprio grazie a lui se possiamo affermare che questa Manon, qualora venga ricordata in futuro, lo sarà solo ed unicamente per la sua direzione d’orchestra, non certo per un cast vocale sbagliato e per uno spettacolo che, nonostante la grandeur scenografica, proprio non coglie nel segno, muovendosi incertamente fra simbolismi forzati e un impianto scenico ad effetto, ma avulso dal contesto drammatico.
Read the original review18 March 2019
Ad avvantaggiarsene è la compagnia di canto, nella quale spicca la prova del giovane Carlo Vistoli, che insieme a Raffaele Pe e a Filippo Mineccia forma la triade di controtenori attraverso i quali anche l’Italia può finalmente esprimere elementi di alto valore in questo registro vocale, dopo l’innegabile e da sempre dominante supremazia delle scuole controtenorili europee e statunitensi.
Read the original review15 December 2018
Il tutto calza a pennello con lo spettacolo di Davide Livermore, spettacolare sì, per la ricchezza dell’apparato scenografico dello Studio Giò Forma, con costumi di Gianluca Falaschi e per l’impiego di soluzioni multimediali di D-Wok, eppure saggiamente equilibrato nel soddisfare gli estimatori degli effetti kolossal insieme a quelli del teatro di regia.
Read the original review29 November 2018
Dei due tenori, Francesco Castoro, Pietro, è sembrato assai maturato rispetto a mie passate prove d’ascolto ed ha voce ben proiettata e di bel timbro, mentre Levy Sekgapane è un Guido dalla voce piuttosto piccola ma svettante in acuto, dove utilizza ardite emissioni di testa.
Read the original review29 November 2018
A tenere le fila musicale dello spettacolo è il direttore musicale del Donizetti Opera, Riccardo Frizza, che alla testa della Orchestra Donizetti Opera (il Coro Donizetti Opera qui come nell’Enrico di Borgogna è istruito da Fabio Tartari), regala una direzione musicale perfettamente controllata nelle sonorità, attenta nell’accompagnare le voci e sensibile al senso teatrale dell’opera.
Read the original review22 October 2018
All’intrigante bellezza e profondità significale dello spettacolo, veramente fra i più belli visti alla Scala negli ultimi tempi, corrisponde una direzione musicale, affidata da Diego Fasolis, che utilizza il suono “antico” dell’Orchestra del Teatro alla Scala su strumenti storici e fa comprendere come brio, vivacità e sentimentalismo possano essere colti attraverso un discorso musicale asciutto, scorrevole e ritmicamente croccante.
Read the original review1 May 2017
La bacchetta di Riccardo Frizza contribuisce al buon risultato complessivo di questa Lucia veneziana, accompagnando i cantanti con cura, scegliendo tempi e colori giusti e, sopratutto, proponendo l’opera senza tagli, da capo delle cabalette compresi.
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